Il virus che provoca l’epatite C (HCV) determina di frequente una malattia cronica del fegato che si può complicare con importanti manifestazioni patologiche.
Il trattamento scoperto negli ultimi anni per la cura di questa condizione morbosa ha cambiato profondamente la situazione in termini di facilitĂ di trattamento ed efficacia di azione determinando importanti benefici per i pazienti.Â
Un team di ricercatori ha condotto una revisione della situazione attuale con l’obiettivo di evidenziare il ruolo fondamentale del medico di famiglia nella gestione dei malati di epatite C cronica in tutte le fasi: screening, diagnosi, trattamento e sorveglianza.
In sintesi, tutti coloro che presentano fattori di rischio per l’HCV dovrebbero essere sottoposti a screening per la ricerca degli anticorpi specifici, e, in caso affermativo, a test molecolare PCR. Se questo esame risulta positivo, devono essere messi in atto ulteriori accertamenti per la valutazione della fibrosi epatica come ad esempio l’elastografia epatica.
Qualora venga diagnosticata una cirrosi compensata (Child-Pugh-Score A), è possibile utilizzare Sofosbuvir/velpatasvir (Epclusa) per 12 settimane oppure Glecaprevir/pibrentasvir (Maviret) per otto settimane.
Gli Autori concludono che il medico di famiglia è in grado di trattare i malati che non presentano un grado di fibrosi epatica avanzata e che sono esenti da particolari comorbidità .
I pazienti con cirrosi scompensata, fibrosi avanzata o affetti da altre importanti malattie devono invece essere inviati presso centri medici specializzati in epatologia.
Eur J Gen Pract . 2022 Dec doi: 10.1080/13814788.2022.2056161